Oggi, come previsto, la prima parte della giornata è dedicata alla visita della Sacra di S. Michele. Da molto tempo avevo voglia di vedere questo luogo così iconico e scenografico, che sembra abbia ispirato Umberto Eco per l'ambientazione de Il nome della rosa.
Il monastero sorge a circa 900 m, sulla cima di uno sperone roccioso a picco sulla Val di Susa . Per arrivarci in bici bisogna sudare su una bella salita 😅 che, se non altro, oggi risulta molto piacevole perché priva di traffico (sono le 8 di un giorno feriale... nei weekend penso sia tutt'altra musica). A metà salita c'è l'indicazione di una certosa del '500 , un bell'edificio ora trasformato in hotel.
Arrivo alla Sacra alle 9.30, giusto per l'ora dell'apertura. Ho fatto bene a venire presto perché faccio la visita quasi in completa solitudine, potendo così apprezzare ancor meglio la bellezza e la spiritualità del luogo.
La costruzione dell'edificio attuale inizia nel X secolo e prosegue fino al XIV. La parte inferiore contiene il monastero (tuttora attivo, abitato dai padri Rosminiani) e funge da basamento per la chiesa, vertice dell'intera struttura .
Gli scenografici archi rampanti che sostengono la parete sud della chiesa sono in realtà un'aggiunta dei primi del '900, in sostituzione di alcuni edifici che, nel corso dei secoli, erano stati addossati alla chiesa.
L'interno ha l'aspetto di una semplice e austera chiesa gotica , con alcuni affreschi di artisti locali .
Sul versante nord sono invece visibili i ruderi di un'altra ala del monastero risalente al XII-XIV secolo e poi abbandonata.
L'aspetto più suggestivo del luogo è comunque la sua posizione e il suo slancio verticale, che regalano al visitatore continui scorci panoramici e affascinanti prospettive , per cui uno si fermerebbe a fare foto a ogni passo.
Per riscendere ad Avigliana passo per il Colle Braida , un valico a 2 km dalla Sacra cui segue una godibilissima discesa.
Nelle intenzioni originali oggi non avrei dovuto pedalare oltre, restando ancora a dormire ad Avigliana. Ma poi ho pensato che sarebbe stato meglio spezzare in due il trasferimento in Val Locana (la "base" del Nivolet); per cui, recuperato il bagaglio in albergo, mi rimetto in sella per una trentina di km attraverso il Canavese, fino a Ciriè. Il percorso, tranquillo e rilassante, attraverso vari paesini ha un andamento collinare.
A conti fatti, nella "giornata di riposo" ho comunque fatto 1050 m di dislivello... 🤦♂️🤣