Sulla tappa di oggi, come percorso, non c'è molto da dire. Al Giro d'Italia la chiamerebbero una tappa di trasferimento, lunga e piatta.
Parto poco dopo le 8 da Laces, ripercorrendo - stavolta in piacevole discesa - la Val Venosta fino a tornare a Merano. Quindi proseguo per Bolzano, sempre seguendo la ciclabile dell'Adige.
Raggiungo Bolzano poco dopo le 11 e lì mi fermo, sia per una sosta bar, sia per fare due passi per la città vecchia, sempre bella (e affollata di turisti).
A mezzogiorno rimonto in sella e punto verso Trento. Fa molto caldo ora, inoltre la ciclabile è tutta dritta, piatta e terribilmente noiosa. Sono sempre più contento di aver scelto, all'andata, di passare per montagne invece di fare la ciclabile dell'Adige... sennò sai che due ⚽️⚽️?! 😅
Tra l'altro c'è un forte vento da sud, che quindi mi è contrario e fa sembrare la leggera discesa una leggera salita. Negli ultimi 30 km diventa così forte che non riesco più a spingere il 50 e devo scalare al 39, faticando a tenere i 20 km/h. Potrei fermarmi alla prima stazione e prendere il treno; ma ormai manca poco e arrivare a Trento in bici è diventato un punto d'onore. 😁
Alla fine arrivo a destinazione alle 16, due ore più tardi di quanto avessi preventivato. Per fortuna trovo facilmente posto in un B&B di fronte al Castello del Buonconsiglio. Dopo la consueta doccia rigenerante, esco a passeggiare per il centro.
Ho notato più volte come Bolzano e Trento, due città distanti appena 50 km, siano però tanto diverse, espressione di due diverse culture: Bolzano è mitteleuropea, ricorda le città austriache; Trento ha invece una forte impronta veneziana. Un'altra curiosità di Trento è la pietra rosa con cui sono lastricati i suoi marciapiedi, che è strapiena di fossili di ammonite.
Arrivato a questo punto, è tempo di tirare un po' di somme. In primis in senso letterale: quanti km e quanto dislivello ho fatto in totale? Facendo una somma approssimata conto 620 km e 8000 m di dislivello positivo.
E poi in senso figurato: che bilancio posso fare di questo viaggio? È riuscito? Mi è piaciuto? La risposta ovviamente è sì, non foss'altro perché ho raggiunto l'obiettivo che era alla base di tutto il viaggio, cioè lo Stelvio. Ma anche l'organizzazione, la scelta del percorso e l'equipaggiamento sono stati all'altezza delle aspettative. Magari, se tornassi indietro, mi eviterei quest'ultima tappa spacca⚽️⚽️, ma farei un altro giretto intorno alla Val Venosta, prendendo poi il treno per venire a Trento.
L'equipaggiamento è stato perfetto: con solo 2 borse da 25 L totali e uno zainetto da 10 L - un peso complessivo, compresa la bici, di 20 kg scarsi - ho avuto tutto quello di cui avevo bisogno.
Infine: mi è piaciuto viaggiare da solo? Nel complesso sì. Ho in testa due citazioni:
Beata solitudo, sola beatitudo (Anonimo)
La felicità è reale solo se condivisa (Chris McCandless)
Viaggiare da soli dà un senso di libertà assoluta: puoi fare quello che vuoi, come vuoi, quando vuoi, senza fare compromessi con nessuno. Il rovescio della medaglia è il non poter condividere con nessuno le esperienze che ci si trova a vivere, in special modo i momenti di difficoltà: un guasto meccanico, un problema fisico... si affrontano sicuramente meglio con l'appoggio morale e materiale di un compagno di viaggio.
D'altra parte, c'è da dire che i contatti social aiutano a non sentirsi isolati. È in fondo anche per questo che ho deciso di raccontare il mio viaggio giorno per giorno, sebbene la cosa sia stata piuttosto impegnativa: ogni giorno ho speso 2-3 ore per scrivere il racconto della giornata e caricare le foto. Ma anche questa si può annoverare tra le belle cose di questo viaggio.