Mentre preparavo questo viaggio, guardando le foto su Internet avevo intuito che questa doveva essere una tappa molto bella. E infatti le aspettative non sono state tradite.
Mi alzo, come sempre, alle 7 per fare colazione alle 7.30; alle 8.15 saluto il simpatico albergatore e monto in sella.
Oggi, ahimè, non c'è tempo per il riscaldamento: il percorso inizia subito in salita; la meta da raggiungere - la prima della giornata - è il Cormet de Roselend, un valico a 1970 m. La salita non è certo dura come quella di ieri, ma sono pur sempre 1200 m abbondanti in 20 km.
Peraltro noto una simpatica trovata: lungo la strada sono presenti delle pietre miliari per ciclisti; ogni km un piccolo cippo indica i km restanti per il passo, la quota e la pendenza media del prossimo km. π€©
Il percorso infatti è molto frequentato dai ciclisti: ne incontro a decine; qualche cicloturista come me, ma principalmente ciclisti giornalieri con bici da corsa.
La strada sale inizialmente in una valle stretta e profonda, quasi una gola, nella quale peraltro c'è un piacevolissimo freschetto. Poi inizia ad alzarsi con una serie di tornanti e ci si ritrova in una meravigliosa valle glaciale, con pascoli verdissimi punteggiati da piccoli alpeggi e circondata da scenografiche cime rocciose. E con i ghiacciai del Monte Bianco che emergono sullo sfondo.
Dopo 2 ore e 20 di salita raggiungo finalmente il Cormet de Roselend. Dopo le foto di rito e una breve sosta, mi lancio nella bellissima discesa. Ben presto giungo in vista del Lac de Roselend, un lago artificiale che offre dei begli scorci panoramici; in particolare presso una chiesetta, dove infatti mi fermo a scattare qualche foto.
La prossima meta, in fondo alla discesa, è il paese di Beaufort, dove già pregusto una sosta bar. Invece, colpo di scena: poco prima del paese la strada è chiusa per lavori e c'è una deviazione. Consulto Google Maps per cercare di capire dove mi mandano a finire: in pratica taglierò fuori Beaufort, in direzione del paese successivo, Hauteluce, 300 m più in alto. E pazienza: π€· la sosta bar dovrà aspettare un po'.
Se non altro, la deviazione è molto bella: una stradina che serpeggia nei prati, attraversando minuscoli villaggi alpini.
Arrivo finalmente a Hauteluce, piccolo paese sonnolento, ma in bella posizione panoramica verso il Bianco. Faccio l'agognata sosta bar, consumando un gelato e una buona limonata artigianale.
Ora mi mancano 7 km e 400 m di dislivello per raggiungere il secondo e ultimo valico della giornata, il Col des Saisies. In condizioni normali sarebbero pochi... ma adesso fa molto caldo (sono le 13) e io ho già fatto 1800 m di salita. π₯΅ Per fortuna c'è almeno un po' di venticello che mi aiuta a sopportare la canicule, come la chiamano i francesi.
Poco dopo le 14 raggiungo il passo, che si trova presso l'omonima località (Les Saisies), agglomerato turistico sorto intorno a una stazione sciistica. Qui si svolsero buona parte delle gare delle Olimpiadi invernali di Albertville del 1992.
Arrivato a questo punto, la salita è davvero finita; quindi posso finalmente concedermi un paninozzo e una birra rinfrescante. ππΊπ Mentre sono seduto scambio due chiacchiere con un altro avventore. Mi chiede che giro sto facendo e si complimenta quando glielo descrivo. Mi fa notare che la seggiovia che passa lì vicino è attrezzata per portare su le bici di chi vuole fare downhill. Rispondo che io amo tantissimo la discesa... ma non mi dà soddisfazione se non è preceduta dalla salita. π
Imbocco infine la discesa che mi porterà in fondovalle, a Flumet. Pochi km prima di arrivarci attraverso il paese di Notre Dame de Bellecombe, dove incontro un albergo che mi ispira. Peraltro - mi dico - se mi fermo più in alto del fondovalle (mi trovo a 1100 m), forse la sera farà un po' più fresco. Detto fatto, entro e chiedo: la stanza c'è, ed è piacevolmente fresca senza bisogno dell'aria condizionata. A volte basta poco per essere felici. π