Oggi inizia il vero e proprio tour del Monte Bianco, e con lui iniziano le salite - e le discese π - vere. Ma andiamo con ordine.
Dopo un'adeguata colazione, alle 8.20 monto in sella in direzione Courmayeur. Devo percorrere la statale, che per fortuna è bella larga e poco trafficata. Il percorso in leggera salita mi consente di "scaldare il motore" in previsione di ciò che lo aspetta.
Poco prima di arrivare a Morgex, il gigante di roccia e ghiaccio si mostra finalmente in tutta la sua maestà. Una sosta foto è d'obbligo.
Per salire a La Thuile (e quindi al Piccolo S. Bernardo), la strada più diretta è costituita dalla statale che sale da Pré-St.-Didier. Ma io ho in programma una strada alternativa: da Morgex prendo il bivio per il Colle S. Carlo, un passo a 1970 m che si trova sopra La Thuile, verso la quale poi dovrò riscendere. Più dislivello, quindi, ma la contropartita è una strada meno trafficata (anche se, essendo domenica, c'è comunque un bel movimento).
La vera sfida non è il dislivello in più, ma la pendenza: da Morgex al passo sono 1000 m in 10 km: quindi una pendenza media del 10%, con diversi tratti intorno al 15.
Praticamente è come fare un passo Giau (anche un po' peggio), ma con 10 kg di zavorra. π Faccio pressoché tutta la salita col rapporto più agile (30/32) che, nei punti più ripidi, è appena sufficiente per non mettere il piede a terra.
Dopo una breve sosta nel piccolo borgo di Arpy, alle 11.20 raggiungo finalmente l'agognato colle . Quindi mi lancio nell'altrettanto ripida discesa verso i 1450 m di La Thuile. Qui mi concedo una bella fetta di torta ai frutti di bosco.
Mi rimangono ancora 700 m di salita per arrivare al Piccolo S. Bernardo, ma in confronto a ciò che mi sono lasciato alle spalle saranno una passeggiata di salute! π
A La Thuile c'è un traffico pazzesco, ma per fortuna appena me ne allontano il traffico cala drasticamente e la salita prosegue piacevolmente. La pendenza è in effetti molto meno dura di prima: in questo tratto riesco a salire sempre con la corona da 39.
Un paio di tornanti prima del passo mi fermo a riposare e, subito dopo di me, si ferma un gruppo di motociclisti torinesi con cui scambiamo due chiacchiere e ci scattiamo vicendevolmente qualche foto.
Il paesaggio è bellissimo: l'ampia valle glaciale in cui la strada si inerpica offre un panorama fantastico sul M. Bianco e le altre cime circostanti. Il sole picchia forte ma, data l'altitudine ormai superiore ai 2000 m, l'aria è piacevolmente fresca.
Alle 13.30 raggiungo finalmente il passo e mi siedo in un ristorantino all'aperto per reintegrare un po' delle calorie consumate in questa impegnativa ma appagante salita. π
Il colle del Piccolo S. Bernardo offre diverse testimonianze storiche: oltre all'antico ospizio, un severo edificio del XIX sec., sono visibili i resti della mansio di epoca romana. Questo valico infatti era utilizzato già nell'antichità, e forse proprio da qui passò Annibale per muovere guerra a Roma.
Ormai non mi rimane che una lunga discesa (30 km per 1400 m) fino a Bourg St. Maurice, la mia meta odierna. La raggiungo alle 15.30. Il bel fresco della vetta è ormai un ricordo: π qui (siamo a 800 m) l'aria è bollente. Per fortuna al primo tentativo trovo posto in un alberghetto e mi concedo una bella doccia rinfrescante e rigenerante. π
Verso le 18.30, quando il caldo comincia lievemente a mollare la presa, esco a fare una passeggiata per il paese. Si tratta di un paesone prevalentemente moderno e anonimo, senza motivi d'interesse. Il centro storico è costituito da un'unica via fiancheggiata da palazzetti otto-novecenteschi allegri e colorati.
In ogni caso, ben presto i morsi della fame si fanno sentire π e mi scelgo un tavolino all'aperto dove concludere degnamente la giornata. π
Nell'interazione con le cameriere - e prima col proprietario dell'hotel - scopro con sollievo che il mio francese non è troppo arrugginito. π Addirittura il proprietario dell'hotel mi ha chiesto come mai parlo francese così bene. π³
Le cose so' due: o lo ha detto per complimento, o io sono molto bravo a bluffare! π€£