Ieri mi ero detto: "Domani tappa di riposo: 60 km di ciclabile lungo la Val Venosta... che ci vuole?"
Eh... insomma! 😅
Ma andiamo con ordine. Parto verso le 8.30 e, appena uscito da Merano, trovo subito una simpatica salita al 14% per arrivare a Lagundo 🤦. Nella "tappa di riposo", per la prima volta dall'inizio del viaggio devo ricorrere al rapporto più leggero (30/32).
Per fortuna poi la musica cambia e il percorso diventa un lungo falsopiano, anche se con frequenti saliscendi (che, per certi versi, io trovo più stancanti di una salita lunga e costante).
Quello che mi lascia più perplesso è il tempo: ho riguardato le previsioni stamattina stessa, e davano sole e nuvole. Invece, di sole manco l'ombra (bel paradosso eh? 😁), mentre una coltre compatta di nubi nasconde tutte le montagne dai 1500 m in su.
Forse - mi dico - sono solo nuvole basse. Una di quelle situazioni in cui chi è in valle non vede nulla, mentre chi sta in alto è al sole e vede le cime emergere come isole in un mare di panna. Ma non ne sono tanto convinto.
Durante una breve sosta guardo di nuovo il meteo: è cambiato, ora danno possibili piogge per tutto il giorno.
La cosa mi inquieta un po'. Se non è possibile fare previsioni attendibili nemmeno a 6 ore, significa che la situazione è estremamente instabile. Che succederà nei prossimi giorni? Per domani ho già visto che si prevede tempo brutto, ma giovedì è dato bello stabile. Ma, a questo punto, sarà vero? Lo scopriremo solo vivendo, diceva Lucio.
La ciclabile procede sinuosa lungo l'ampia valle, alternando lunghi tratti tra i meleti ai passaggi nei vari paesi di fondovalle, per lo più privi di particolare interesse. Di bello ci sono i numerosi castelli che si scorgono lungo il cammino: da Castelbello a Castel Juval (l'umile dimora di Messner), arroccato su uno sperone di roccia, a Castel Coira sopra Sluderno.
Verso le 11 inizia a piovigginare. Nulla di drammatico, sempre che non peggiori. Un provvidenziale bicibar mi permette di fare una sosta ristoratrice al coperto per vedere come evolve la situazione. Dopo una ventina di minuti di attesa, l'acquerugiola continua, ma, se non altro, non sembra voler aumentare; quindi rimonto in sella.
Passato il paese di Lasa (sono in Tibet? 🤔), la pioggia cessa e inizia a fare capolino qualche sparuto raggio di sole.
Verso le 13.30 arrivo a Glorenza, la meta che mi ero prefisso per oggi. Si tratta di un borgo medievale fortificato tra i meglio conservati dell'Alto Adige. La cinta muraria è integra, con possenti torri a fungere da porte.
Qui mi fermerò due notti, come avevo già preventivato per avere un giorno di riserva per la salita allo Stelvio (ora più che mai necessario). Trovo posto nella Gasthof zur Post (albergo alla Posta) che, come suggerisce il nome, è uno dei più antichi della città.
Dopo essermi docciato e cambiato, esco a fare due passi per il bel centro storico. È ovunque pieno di cicloturisti che, come me, stanno percorrendo la ciclabile della Val Venosta. Chi passa senza fermarsi, chi gironzola per il paese facendo fotografie, chi si è seduto a un bar per una sosta.
Verso le 16 esce il sole, e allora decido di riprendere la bici per andare nel vicino paese di Sluderno e dare un'occhiata a Castel Coira, altra testimonianza medievale ottimamente conservata.
Alla fine, al netto dei saliscendi e dei brevi strappi ripidi, è sata realmente una tappa assai meno dura delle precedenti: 67 km per circa 800 m di dislivello.
Ceno al ristorante dell'albergo, che fa la cucina tirolese. E non resisto a prendere il Kaiserschmarren (frittata dolce con marmellata di mirtilli rossi). Ma, siccome ho detto alla proprietaria che ho intenzione di salire lo Stelvio, me ne porta una porzione gigantesca. 😳 Aiuto! Qua mi sa che lo Stelvio mi tocca farlo due volte! 🤣
E ora attendiamo impazienti il vaticinio delle previsioni meteo per i giorni a venire... 🤞