Stamattina il cielo è in linea con le previsioni meteo: una spalmata uniforme di nubi che copre tutto, i monti ci spariscono dentro dai 1200 m in su. Però almeno non piove e non dovrebbe farlo per tutta la mattina.
Alle 7.30 scendo a fare colazione e un'ora dopo sono pronto ad uscire per una sgambata. L'idea è salire al Lago di Resia, girargli intorno - naturalmente fermandosi a fotografare il celeberrimo campanile sommerso di Curon Venosta - e poi riscendere a Glorenza.
Questo tratto della ciclovia l'ho già fatto alcuni anni fa, in un altro viaggio, e la ricordo come una salita molto dura. Il motivo è che la ciclabile, contrariamente alla statale che sale a tornanti, segue il corso dell'Adige praticamente sulla linea di massima pendenza. Ne consegue che, appena passato Malles Venosta, la strada si impenna oltre il 10%, con punte oltre il 15%, e non molla più fino alla fine. Per fortuna oggi viaggio senza bagaglio e salgo quindi con un po' meno fatica.
Dopo i primi 200 m di salita spaccagambe arrivo nel grazioso paese di Burgusio, dove mi fermo qualche minuto a rifiatare. Quando riparto, subito dopo il paese trovo che la ciclabile è chiusa per lavori e c'è una deviazione. Escludo che mi facciano passare per la statale: sicuramente ci sarà un percorso alternativo. Infatti le indicazioni mi portano ad attraversare la statale per poi prendere una stradina in mezzo ai prati.
"Bene" mi dico, "magari la deviazione è meno ripida rispetto al percorso normale!". Illuso. La stradina si inerpica sempre con pendenze a doppia cifra. Non solo: andando avanti, mi rendo conto che la deviazione porta a salire quasi 100 m più in alto del lago, per poi riscendere.
Tra l'altro, nel frattempo sono entrato dentro le nuvole, e mi trovo a pedalare in un paesaggio ovattato, con la visibilità che a tratti è poco superiore ai 10 metri. Sarebbe anche uno scenario suggestivo, se non fosse che io vorrei vedere qualcosa di ciò che ho intorno! Ma tant'è.
Quando arrivo al lago, le nuvole iniziano finalmente ad alzarsi e qualche cima comincia a palesarsi. Costeggio il lago di Resia sulla riva ovest, percorsa soltanto dalla ciclabile. Poco prima di raggiungere l'estremità nord del lago, incontro la stazione di una cabinovia che sale a 2100 m. Vengo colto da una subitanea ispirazione: e se salissi per fare qualche foto al panorama, che nel frattempo si sta pian piano aprendo?
Detto, fatto: lego la bici e monto in cabinovia. Ma, ahimè, anche la session fotografica si rivela una pia illusione. Appena scendo dalla cabina sento qualche goccia di pioggia. Provo a non dargli importanza e mi incammino lungo un ampio sentiero che sale verso un punto - presumibilmente - panoramico. Ma la pioggia aumenta.
Mi infilo nel bar attiguo alla stazione della cabinovia e, in attesa di capire se la pioggia ha intenzione o meno di smettere, mi concedo una fetta di strudel con crema alla vaniglia. 😋
Quando esco ha effettivamente smesso di piovere. Bene! Mi incammino di nuovo per il sentiero di prima... pochi passi e la pioggia riprende 🤬. Vabbè... non è aria. Peccato, ma se questo è lo scotto da pagare per avere una bella giornata domani, ben venga.
Riscendo a valle e rimonto in bici. Vedo che verso sud, dove sono diretto, c'è un po' di cielo azzurro. Infatti dopo pochi minuti la pioggia cessa.
Costeggio nuovamente il lago, stavolta sul lato est, che permette di passare vicino al campanile sommerso - il campanile più fotografato delle Alpi! - dove ovviamente mi fermo per le foto di rito.
Mentre ripercorro in discesa la stradina spaccagambe, noto un bel castello-abbazia sul fianco opposto della valle. Avvicinandomi un po', vedo che si trova sopra Burgusio, cui è collegato da una ripida strada a tornanti.
Il gusto dell'esplorazione, unito al mio debole per le salite, mi impongono di andarci. 😁
Si tratta dell'abbazia benedettina di Marienberg, dall'aspetto di una fortezza. Fondata nel XII secolo, ma completamente rinnovata in epoca barocca, cui si deve l'aspetto attuale.
Sono quasi le 14: la tregua di tempo "asciutto" dovrebbe essere agli sgoccioli. Quindi risalgo in bici e faccio l'ultimo tratto di discesa per tornare a Glorenza. Negli ultimi 2 km inizia a pioviccicare, ma riesco ad arrivare in albergo senza bagnarmi. Il tempo di salire in camera e inizia a piovere forte.
Wow... appena in tempo! Anche oggi Giove Pluvio è stato severo (e un po' dispettoso), ma clemente.
A conti fatti, anche questa che sembrava una giornata "da buttare" ha fruttato 58 km con circa 900 m di dislivello.
Nel tardo pomeriggio le nuvole se ne vanno davvero e finalmente assisto a un tramonto come si deve, con le creste integralmente visibili che scivolano pian piano nell'ombra della sera.
A cena, seduta di fronte a me c'è una coppia di tedeschi di mezza età. Lui: capelli ricci tutti arruffati, una magliettaccia, infradito ai piedi. Ci sarebbe da andare lì e dirgli: "Amitrano, rrifatte la foto, che sei peggiorato!" 🤣